Poiché il mio Tempio si chiamerà Casa di orazione per tutti i popoli.

La Sinagoga di Carmagnola

  • Indirizzo: Via Bertini n.8
  • Telefono: 011.6508332
  • Fax: 011.6691173
  • Apertura:
    • dal 1° aprile al 31 ottobre (luglio e agosto esclusi)
    • sabato e domenica ore 15.00- 18.00
    • la seconda domenica del mese anche al mattino, ore 10.00 - 12.00
    • in altri giorni e orari su prenotazione telefonica
  • Chiusura: Sinagoga chiusa al sabato, per motivi di culto.

La Sinagoga

L’ebreo Leone è stato il primo prestatore ad esercitare, a Carmagnola, alla fine del ‘500. Il nucleo ebraico, con il passare degli anni, si espande fino a raggiungere, all’inizio dell’Otto-cento, le 171 unità; con l’emancipazione del 1848 inizia un processo inarrestabile di trasferimento verso altri centri del Piemonte. Nel quartiere detto “delle Cherche”, delimitato dalle attuali vie Bertini, Cherche, Benso e Baldessano e sede del ghetto risiedevano dieci famiglie di ebrei, per lo più dedite all’oreficeria. Oggi la comunità è estinta ma rimane, a testimonianza dell’antico splendore, il bellissimo tempio.


Ghetto: delimitato dalle Vie delle Cherche, Benso, Bertini e Baldessano

sinagoga-carmagnola-02sinagoga-carmagnola-01Le prime notizie riguardanti una presenza ebraica a Carmagnola risalgono al XV secolo. Nel 1680 Abramo Laude tentò l’acquisto di alcuni terreni, ma venne bloccato dall'intervento della seconda Madama Reale: l’episodio fu il pretesto, da parte delle autorità comunali, per un tentativo di reclusione degli ebrei. Nel 1723, quando si istituirono i ghetti in tutto il Piemonte, la scelta del luogo da destinare agli ebrei di Carmagnola fu a lungo dibattuta. Da una parte la locale Comunità ebraica, che voleva mantenere la residenza nella zona centrale di Carmagnola, lungo la via Maestra, l’attuale via Valobra, e sulla piazza Sant’Agostino; dall’altra, il Consiglio della Città, che già da anni tentava di allontanarli dalla zona dei commerci. Nel 1724 si giunse alla decisione di istituire il ghetto nell’Isola delle Cierche. L’arrivo nel 1737 degli ebrei di Racconigi, un gruppo troppo piccolo per restare comunità autonoma, determinò un’accrescersi della popolazione, accertato nel 1761 a 110 persone. La splendida Sinagoga in stile barocco, con unici arredi, è situata all’interno di una delle case del ghetto.


La Sinagoga

In questo luogo dal fascino discreto, che occupa l’ultimo piano di un edificio settecentesco, domina il legno: tramite una scala a chiocciola si raggiunge un vestibolo con un lavamani, proseguendo si sale un’ulteriore scaletta per il matroneo, schermato da una grata lignea. L’aula di preghiera, il cui attento restauro è ormai ultimato, si apre al visitatore in maniera inaspettata: è quadrangolare, illuminata da sette ampie finestre, disposte lungo le pareti e sormontate da decorazioni in stucco. Gli scranni lignei occupano i quattro lati: dal soffitto in travi a vista pendono cinque lampadari settecenteschi in legno dorato, mentre il pavimento è di mattonelle in cotto. La splendida Tevà risale al 1766, ottagonale, a baldacchino, posta al centro, è in legno intarsiato e dipinto. In otto piccoli medaglioni scolpiti si legge: “Ed io sarò per loro un Santuario minore nelle terre dove sono giunti”. Nell’Aron sono intagliate immagini simboliche: il Tempio di Gerusalemme, la Menorà, le Tavole della Legge, l’Altare per i sacrifici.